gita di pasqua, in bici in svizzera, verso lucerna, basilea, reno

non mi spiego come mai i percorsi lungo i fiumi siano sempre in salita…

le previsioni del tempo hanno influenzato le scelte per il weekend lungo, e siccome in Svizzera davano tempo migliore che in Italia, dopo opera di convincimento verso il compagno di avventure Riccardo, sono partito con lui alla volta di Lucerna.

percorso completo http://maps.google.com/maps/ms?msa=0&msid=210426799281175871546.0004afe85ca62044861d8

sabato 23/5/2011

percorso: http://goo.gl/maps/dxMT

Arriviamo al S.Gottardo, fila pazzesca all’imbocco del tunnel, decidiamo che visto il bel tempo è l’ideale partire da qui. Pacheggiamo l’auto subito dopo il tunnel, a Erstfeld che è la prima fermata del treno attiva (in svizzera c’è la ferrovia quasi ovunque, ma in molti posti il treno non effettua più servizio).

Da lì montiamo le bici e le borse, e partiamo per la prima tappa verso Lucerna.

Prima del lago passiamo da Altdorf, la cittadina dove Guglielmo Tell ha dato inizio all’indipendenza della Svizzera scoccando la sua freccia.

Arriviamo poi al lago, anche detto lago dei quattro cantoni. Il lago è meraviglioso, costeggiamo il lato est che nel suo primo tratto, fino a Brunne, ricorda molto il nord del lago di Garda, anche per le gallerie (senza rischiare di morire come sulla gardesana e le sue gallerie!).

Siccome l’unico albergo aperto nel paese sperduto sul lago era di lusso, 185 CHF a notte, optiamo per il comodo campeggio di Merlischachen, proprio sul lago,  gestito da uno dei pochi svizzeri simpatici (il conteggio finale dice: 3 svizzeri simpatici + 1 un po’ troppo  invadente alla stazione  🙂  )

Lucerna: stupenda città, secondo me la più bella della Svizzera, da punto di vista estetico: molti monumenti antichi, spicca il famoso ponte e anche i palazzi moderni non stonano, come ad esempio il nuovo monumentale palazzo (delle esposizioni?) sul porto. Strane abitudini sociali, si beve lungo il lago, con liquori e birre portate da casa, ma sabato alle 11 a letto!

domenica 24/5/2011, Pasqua

percorso: http://goo.gl/maps/0Ydv

verso Basilea, tappone da 120 km.

Al mattino tempo bruttino, di notte ha piovuto varie volte e in tenda faceva freddino. Io me la sono cavata bene, supervestito e nel sacco a pelo (estivo), Riccardo, che non l’ha portato, si è avvolto nei teli che aveva, svegliandosi infreddolito.

Non c’è il sole, quindi tergiversiamo un po’ cercando un posto dove fare colazione, ma è tutto chiuso, è Pasqua. Poco distante un market del benzinaio è aperto e qui troviamo di tutto per la colazione e ci riforniamo anche per il pranzo.

Mattina: Lucerna, visita veloce da fuori al museo dei trasporti (ingresso caro, 28 CHF, e soprattutto non abbiamo molto tempo, Basilea ci aspetta). Stupendo.

Tardo pomeriggio,  arriviamo ad Aarau (la capitale del Cantone Argau). Subito dopo, quasi a fine percorso, già circa 90 km fatti, ci coglie un’indecisione: se fare la super salita da Aarau (384m) a  Shafmatt (810m) che sale in appena 4 km. La facciamo, ma a fine giornata e con le borse la fatica si fa sentire. Una birra alla fine della discesa ci rappacifica col mondo. Arriviamo a Basilea giusto per il tramonto, alle 20 circa, e cerchiamo l’ostello dove si dorme: YMCA (sì quello della canzone) !!!

Basilea: molto mitteleuropea, molto ordinata, seppure è una città di confine (3 confini) e importante porto commerciale (col battello sul reno, le merci viaggiano da e per Rotterdam)

lunedì 25/5/2011, pasquetta

percorso: http://goo.gl/maps/O4De

Dal centro di Basilea, attraversiamo il fiume Reno, in direzione del versante tedesco, dove c’è una ciclabile che costeggia meglio il fiume rispetto a quella svizzera. A darci indicazioni una signora che racconta di aver pedalato anche lungo tutto il ticino fino alla foce del Po! Costeggiamo i margini della foresta nera, fino a Stein.

Treno da Stein fino a Zurigo: in attesa della coincidenza, rapido sguardo alla città, molto viva e moolto più monumentale, tantissima folla, gente vivace che passeggiava sulla rive del lago facendo grigliate e picnic, prendendo il sole, etc.  Sembrava un po’ l’italia

Arrivo a Erstfeld, smontiamo le bici e le sistemiamo nell’auto, che ci fa la sorpresa di non partire. Abbiamo lasciato la lucina di servizio accesa, e ora ci tocca (mi tocca, Riccardo sta alla giuda) pure spingere!

Cibo: c’erano dei buoni wurstel con salsa di cipolle (basilea) e rosti (un po’ ovunque, una specie di frittata con patate)

Nota dolente sono i costi:  2x o 3x rispetto all’italia (pizza 20 chf, il kebab 8, treno 150 km 50 chf, albergo fuori scala)

foto (di riccardo)

link alle piste ciclabili svizzere, ciclabile nazionale numero 3, da sud a nord, con cartografia e altimetria: http://www.veloland.ch/it/routen_detail.cfm?id=20813

 

ps: ne aprofitto per segnalare le peggiori piste ciclabili: http://bicisnob.wordpress.com/2011/04/24/la-ciclabile-piu-corta-del-mondo/

 

joshua tree

sono all’aereoporto in partenza, prima tappa ritorno a san francisco
il giovedì è stato intenso, partenza lenta da casa bellini
jacopo ha  fatto i pancakes ai figli, niccolò (5 anni) e giulio (3), e
uno anche a me
sono abbastanza facili, metti la farina, mischi con un uovo, monti,
aggiungi poco latte, finchè non diventa abbastanza consistente, non
liquido ma non solido come un impasto del pane.
friggi nel burro ( o margarina, qui credono che siccome è vegetale sia
meglio del burro o dell’olio!!!, i grassi idrogenati non sono un
problema, direi)
e gnam! condito con sciroppo d’acero, fragole e quello che ti pare

partiamo tardi, dopo le 10.30, direzione joshua tree park, 250 km verso nord est
prima di rimanere a secco completamente, facciamo una deviazione per
far un po’ di benzina, e poi ci fermiamo qualche minuto ad ammirare le
propaggini del parco,  siamo soli, ottimo inizio per un deserto.
abbiamo poco tempo, siamo arrivato quasi alle 14, il ranger ci dà le
dritte per un giro minimale
giardino dei cactus, un cartello spiega che l’incendio che ha bruciato
tutte le basi dei cactus non c’è mai stato, è solo la selezione
naturale che favorisce il rapido appassimento, lasciando fiorite solo
le punte
big rocks, rocce da film di dune, o paesaggio extraterrestre, da
fumetto belga, tipo aldebairan

http://www.google.com/images?um=1&hl=it&client=ubuntu&channel=fs&biw=1280&bih=575&tbs=isch%3A1&sa=1&q=aldebaran+comic&aq=f&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai=

skull rocks, anche queste rocce danno l’idea dell’immensità
dell’erosione, e della forza della natura che qui si manifesta con
un’energia pazzesca.
il vuoto del deserto e il suo silenzio colpiscono i sensi quanto il
caldo comprime i polmoni. andiamo senza aria condizionata per
respirare ogni odore del deserto, per fissare meglio  ogni ricordo e
associarlo ai 5 sensi, dove il senso del gusto è dato dal sapore della
nostra sete
joshua tree, degli alberi che iniziano la loro vita come cactus, ed
evolvono arricciando le foglie ad ago verso il basso, formando la
corteccia dell’albero, elevando le braccia al cielo, la musica degli
U2 corre sulla radio, meritata pausa dal silenzio del parco.

http://www.nps.gov/jotr/planyourvisit/desertpark.htm

foto: http://maps.google.com/maps?ll=34.037867,-116.101112&spn=0.129732,0.439453&t=h&z=12&lci=com.panoramio.all

dam, qui una vera diga fatta dai cowboy il secolo scorso, per portare
il bestiame al pascolo, una  volta un laghetto profondo 3 metri, ora
una pozza che a fine estate è quasi estinta

key point, con vista sulla faglia di sant’andrea, e sul tramonto, come
il nostro ritorno in auto verso solana

all’arrivo, bistecca alla brace, insalata e patate, e siccome oggi è
morto tony curtis, ci guardiamo "a qualcuno piace caldo", con lui,
marilyn, e jack lemmon!

venerdì 1  ottobre
oggi giorno di partenze, impacchetto tutto l’impacchettabile, e
procedo con i saluti
mi rimangono da fare un paio di giri, uno a vedere san diego e il suo
centro, e la spiaggia, con l’isola di coronado e l’omonimo hotel (dove
guarda caso hanno girato "a qualcuno piace caldo")

tornerò, con corda da arrampicata, tenda e magnesite, oppure con la
muta da surf. oppure in bici, con borse capienti e 3 borracce.
o forse con la moto, da nord a sud della costa ovest
tornerò
poi vediamo come

usa, solana beach

Come va la vita dalle 9 alle 18 con pausa pranzo?
ecco, immaginati invece una vita così

alle 7 ci si alza, colazione, con molta calma
alle 9 spiaggia, scegliene una secondo il tipo di onda, lunga o alta, che vuoi
possibilmente arrivandoci a piedi scalzi, tavola sotto braccio, occhiale da sole, chi puo’ tatuaggio.
mezz’ora di preparazione tavola, con ceratura, crema solare, muta da oceano
un paio d’ore di surf, o nel mio caso di oceano a cavallo di una tavola cercando di farsi portare dalla schiuma di un’onda
doccia calda pubblica gratis
ricolazione
lavori dalle 11 alle 17 orario continuato
cena con gli amici, previo aperitivo a tequila
o se non sei sazio, prima, altra oretta di surf!

che ne dici?
va beh, basta invidia
io invece, stamattina, con jacopo, sono andato in una megavilla di un suo amico facoltoso e gay che vive in riva al mare
mettici le 2 ore di surf o quasi del racconto di cui sopra, doccia, etc
poi jacopo si è preso una giornata di ferie, e mi ha fatto da cicerone attraverso san diego
prima tacos nella taqueria più zozza ma buona che lui conosca, poi visita di tutti i punti per surfisti della costa sud, con spiegazione di cos’è il break point e il rift brake
visita a torrey pines, ovvero al punto dove ci si butta col parapendio nell’omonimo quartiere per super ricconi
visita a "la Jolla" che è un quartiere altrettanto chic ma con attrezzature per surf, spiagge con foche (non è un errore di battitura), moli, etc
hamburger migliore della california, da rocky’s http://www.rockyburgers.com/Menu.html
altra passeggiata stavolta per pacific beach, quartiere più malfamato ma più divertente
corsa a casa, a prepararci per fare l’october fest con gli amici di jacopo, a casa sua
frizzi e lazzi in compagnia!

sono assonnatissimo! domani forse al joshua tree, ma è lontanissimo, se no magari spiaggia e dormita!

 

28, solana beach

28
giornata interlocutoria, di viaggio attraverso le immense autostrade americane, da mariposa, vicino allo yosemite, a solana  beach, san diego
7 ore di strade enormi, con il traffico del venerdì sera, gente che sorpassa indifferentemente a destra o a sinistra (qui è lecito)
auto enormi, a volte camper enormi che trainano un’auto altrettanto enorme, che la usino per i piccoli spostamenti in campeggio?

arrivo verso le 16 a solana beach, odore di oceano, surfisti che si dividono le onde, e a pochi metri dalla riva trovo il negozio di jacopo.
sento subito odore del legno vero, antico. lui è intento a revisionarsi la vespa, poi mi abbraccia, facciamo un giro nel quartiere delle ville, il posto con il reddito pro capite medio più alto degli USA (!!!), dei veri ranch con i cavalli, percorsi da golf, piscine, roba pazzesca.

la sua casa è una villetta a schiera dei film americani, in una zona di villette molto simili, con backyard (giardino interno) e aiuola davanti, un garqage da metallica ai tempi di garage days, o da svendita di robe fai da te.
April, la moglie, ci prepara pollo al curry, Jacopo mi offre un paio di IPA locali, mentre giochiamo col cane e con i suoi due bambini, Niccolò e Giulio, a cui parlo in italiano (così vuole Jacopo) ma che rispondono in americano!

la casa è davvero bella, qui si dorme presto, domani sveglia presto per andare a fare surf….
che vitaccia!
 

sf chronicles – 27 settembre

non sono morto!
solo che il cell non prendeva e internet neppure

domenica mattina ho ritirato la macchina nell’esagerato
aereoporto di SF, e subito rotta verso i parchi
anzi, a dir il vero ho fatto una capatina a stanford, all’università,
a fare qualche foto al posto mitico dell’ingegneria!
arrivare allo yosemite è lunghetto, sono arrivato alle 18 nel parco!
passando per le strade della california ho visto un sacco di
piantagioni di frutta e accanto a molte di queste le bancarelle.
sembrava di essere in puglia o comunque in italia, ognuno che vendeva
la frutta della sua terra ! c’erano anche le zucche

allo yosemite, senza prenotare è un dramma.
per culo ho trovato un alloggio, mi è costato 100 dollari, ma per una
volta nella vita mi sono tolto lo sfizio di dormire dentro il
campeggio del parco nazionale, con indicazioni di nascondere il cibo
negli appositi armadi per evitare che gli orsi lo prendano.
mi hanno dato una tenda grande 3×4, alta più di 2.5 metri, con
palettatura in legno e a forma di casetta, con 2 letti, e CASSAFORTE!
per ripararmi dall’umido ho messo 3 coperte, le istruzioni dicevano
che non danno letti fatti, se hai bisogno di farlo e non sei capace di
rivolgersi al ranger!

la mattina presto ho sgomberato la camera e sono partito per una
camminata (qui si chiama hiking, il trekking mi sa che ce lo siamo
inventato in italia, ah a proposito, le scuole di arrampicata si
chiamano mountaneering non alpinismo! eh vedi a non avere le alpi!)

la dura scelta del sentiero da fare dipendeva dal fatto che ero da solo,
avevo delle scarpe da ginnastica con suola sottilisisma, jeans, e
maglietta non tecnica. una sola borraccia.

qui i sentieri sono tosti (secondo il libretto )

allora ho iniziato con il vicino vernal falls, le vicine e belle cascate
siccome dopo 1.5h ero su, sono andato un po’ più avanti
nel frattempo avevo conosciuto:

una coppia lui slovacco, lei ceca
un londinese
una coppia di americani
etc

costoro mi hanno seguito fino alle successive cascate nevada falls.
siccome erano le 11, e in totale ci avevo messo 2.5h mi sembrava di
poter proseguire

allora siamo andati avanti verso l’half dome, vedi foto e descrizione sotto.
io e l’inglese dopo un po’ abbiamo lasciato indietro gli altri e ci
siamo diretti verso la vetta
vedere la cima e da lì la vallata, dove la sera prima ammiravo il
profilo del granito gigantesco su cui sono andato oggi è stata
un’esperienza notevole

alla fine io e il londinese abbiamo scoperto che eravamo coetanei, lui
del 30 ottobre 74!
lui si è fatto 2 settimane di hiking in california, passando prima dai
parchi del nord.
spero mi mandi qualche foto perchè erano bellissime!

tornando verso il campeggio, ho conosciuto 2 tizi italiani, di
saronno, che sono qui per 2 settimane per arrampicare, e si sono fatti
l’half dome in 8 tiri da 50 ! che figata
abbiamo cenato tutti assieme, a pizza e ali di pollo piccanti, e birra
ora io sono scappato verso il sud, facendo sosta a mariposa per una
notte, domani riparto per solana beach!

http://www.virtualtourist.com/travel/North_America/United_States_of_America/California/Yosemite_National_Park-756823/Things_To_Do-Yosemite_National_Park-Half_Dome-BR-1.html

sf chronicles – 25 settembre

uffa è già finita
anche oggi ho trovato un concerto
Stamattina ho inizato con alcatraz, giro con audioguida perchè le
guide erano già tutte prese….
sono riuscito comunque a scroccare un po’ di guide in costume tipico,
seguendo le altre persone che l’avevano prenotata!
Comunque le celle sono veramente piccole… anzi erano, visto che per
fortuna ha chiuso.
chissà quando scopriremo cosa succede nelle carceri di oggi.

Tornando a piedi dal pier 33, che è l’imbarco di alcatraz, ho trovato
all’imbarcadero il farm market, ovvero papiniano locale, dove c’erano
venditori di ogni tipo!
tutti erano stati in italia, o avevano qualche parente italiano, o
amavano la cucina italiana ahah
ah mi sono dimenticato di dire che il tipo di ieri sera dello stadio
dei giants ha detto che è stato in italia 2 settimane in giro per la
toscana in bici

lì vicino c’è il cable car che fa california street fino a chinatown e
oltre, e  visto che è la prima  volta che lo vedo libero, l’ho preso
al volo
sul tram solito crogiuolo di razze e gusti sessuali, io ero in bilico
sul pradellino che mi sporgevo a fare le foto, molto divertente

al capolinea ho proseguito a nord verso il mare, e mi sono imbattuto
nel festival di strada del blues di folk street.
praticamente la festa del giambellino ma con del vero blues da negri
suonato da dio!
E pub pienissimi, ovviamente la birra alle 5 non la davano già più!
comunque davvero bello.

finito lì, sono andato a piedi al ghirardelli square, a marina, e poi
ho passeggiato un po’ per fisherman’s wharf, preso un fish & chips
sentendo suonare altra gente per strada, vedendo ballare i tipi per
strada la break dance o come si chiama nel 2010.
birra al pub per vedere perdere i giants (baseball) ai tempi
supplementari, e poi verso casa facendo il giro lungo col tram guidato
da una donnona di qualche centinaio di chili
passando davanti a un locale gay, ho visto di quella gente conciata da
fotografare, una gdrag queen e un paio  con il completo in pelle,
canotta in pelle, particolare: culo scoperto con perizioma in pelle !

ahah
peccato che devo dire addio a san francisco, mi stava piacendo
una grossa pecca, ci sono troppe persone messe male, davvero tante. ci
sono tante domande da farsi

sf chronicles

22
mi piace sf, anche se ha dei punti un po’ bui
ieri eravamo un po’ incazzati, a mauro non ho detto nulla, non volevo fargliela
pesare poichè era già abbastanza giù di suo
lui era già incazzato con se stesso
per smaltire, abbiamo fatto una passegiata al fisherman e al pier 39,
un po’ gardaland
molti turisti!
ci siamo mangiati un ottimo granchio, bello anche il posto molto alla buona!

oggi dopo un po’ di conferenze ho fatto una sosta nella tenda che ci ospita,
immagina migliaia di nerd informatici, senza donne, molta birra e cibo
gratis, e un sacco di giochi per informatici
flipper, lego, tutti allegri!

poi pomeriggio libero e dalle 15 alle 20 megapasseggiata per sf,
girato da chinatown, financial district, collina con la coit tower
(che cazzo di nome!)
cena con mauro in ristorante cinese d’avanguardia (Brandy Ho’s Hunan Food).
Sosta alla mitica libreria di sinistra (City Lights Booksellers) che c’è lì, bellissima, poi c’era un meraviglioso bar con jazz dal vivo (comstock saloon), e ci siamo fatti il whiskey della staffa.

ho fatto un sacco di foto alle bici!!!

23
sono appena tornato dal party finale di oracle
larry allison ha fatto le cose un po’ in grande
ha prenotato n mila autobus, ha portato tutti a treasure island, che
ha preso in esclusiva per una sera, e lì c’erano 3 gruppi per i
concerti.
poi c’erano hot dog, birre, vino, gelati, tutti i baracchini delle
giostre dove giocare gratis e vincere i pupazzetti,
i venditori di zucchero filato, la ruota, insomma, un vero delirio di
luna park, tutto per i dipendenti oracle
se non l’avessi visto non ci crederei
poi gran d’affare io e mauro per riuscire a tornare a casa a oakland
di notte, devo raccontare, ma ora vado a nanna che sto morendo di
sonno

ps:
gli informatici non possono avere spogliareliste, non sarebbe il loro
contesto giusto , si imbarazzano!
invece hanno gradito i videogiochi e i lego, e le varie attività stile
luna park, da matti!

qui c’è un crogiuolo di razze pazzesco,
russi, pochi
cinesi e giapponesi
est europa
india e simili
pochi italiani
un sacco di yankee!

ieri sul bus alle 3 di notte ho fatto conoscienza con 2 tipi di oracle
che abitano a oakland, e mi hanno consigliato:
fare il golden gate in bici
un giorno in moto verso nord
alcatraz
situazione surreale in cui uno dei tizi, che era stato in italia,
diceva cazzate in italiano tipo “la schiuma della birra fa ruttare” e ci scambiavamo pareri sulla pizza eheh

stasera è finita la conferenza, e altro concerto d’addio, stavolta nel
centro di san francisco. mettici anche una birra e un hot dog, e poi
ero a posto!
poi ero preso bene e sono andato con un lungo giro in autobus a
vedermi i sobborghi di sf e poi  a vedere il tramonto dal golden gate!
spettacolare, se riesco mando qualche foto!

ho aanche prentotato la gita ad alcatraz, ci vado sabato mattina
ora sono in un ostello e stasera uccido un po’ di persone con l’aroma
dei miei piedini…

24
oggi sono andato al golden gate in bici
madonna che mazzata le strade di s.f.!
poi a lombard street dove ho trovato una scolaresca di italiani , in
realtà dell’università di pisa, che stanno a s.diego x 2 mesi,
ingegneri
ci siamo un po’ raccontati cosa abbiamo fatto e visto
quindi la sera sono andato allo stadio di baseball, dove si entrava
gratis e  trasmettevano in diretta dall’opera L’Aida
andando, ho chiesto indicazioni a un paio di tipi, e ho scoperto che
c’era la critical mass, qui però la fanno alle 18 per bloccare il vero
traffico! che fighi!
invece, un altro ragazzo mi ha guidato allo stadio, anche lui in bici,
con delle amiche, tutti del primo anno di architettura qui
lui di san diego, una tipa libanese, un’altra coreana, una di NY
che crogiuolo di gente

cits bike tour, giorno 4, Ossuccio Corsico, 82 Km

Giovedì 31 Luglio 2008
percorso: http://tinyurl.com/viaggiog4

L’ultima tappa è la più lunga. Ormai le giunture sono allenate alle ore in sella, le gambe non temono più le salite, sanno che piano, ma si sale. I rumori e i dolori della bici mi sono noti, so quando posso sforzare, e quando invece rischio di spaccare o far saltare la catena. Comunque rimane sempre l’alternativa di prendere il treno, e finire comodamente il viaggio aggirando le ultime sudate.
Parto presto la mattina, dopo essermi alzato con Bets & family e aver fatto colazione con loro (grazie ancora!).
La statale Regina è un vero disastro di traffico, molti gli autobus che si incrociano e che creano intoppi quasi insuperabili anche in bici, ma la vecchia e decisamente meno trafficata “vecchia Regina” mi aspetta, per regalarmi un fantastico panorama del lago.
Devio prima della prima galleria verso il basso, e arrivo sul lungolago. La vista e il traffico decisamente migliorano. Si alternano splendide ville con giardini profumati di pini e fiori, ponti che scavalcano la strada per raccordare le due ale delle immense ville, gettonate da miliardari e star di hollywood. A proposito, Laglio: mi colpisce per la sua sobrietà, poche vie, qualche negozietto, ma niente di turistico, molto ordinato e pulito.
Il lago scorre piacevole, curva dopo curva, salita dopo discesa, e in poco tempo finisce: peccato, avrei fatto volentieri un’altra mezza giornata su queste sponde, piuttosto che cacciarmi nella calura e nel traffico di Como.
Ecco, arrivando a Como capisco che i guidatori comaschi non ci tengono molto alla vita del prossimo: il passaggio attraverso la città mi conduce verso la salitona in zona Camerlata. Questo è stato il momento in cui ho avuto più paura di finire arrotato dalle auto, che mi sfioravano con un’incredibile confidenza il braccio sinistro.
Il diavoletto tentatore allora, dalla spalla, mi suggerisce di prendere il treno ed evitarmi altre paturnie. La stazione è alla mia destra, potrei salire sul treno e tornare indenne a Milano. Ma ormai la forza di volontà è forgiata, l’esperienza va completata col ritorno a casa, il momento più temuto e desiderato di ogni viaggio. Il diavoletto svanisce nella sua zaffata di zolfo, per l’occasione esalata da un camion (direttiva UE euro meno 100) che millimetricamente mi riporta alla realtà.
Incredibilmente riesco a passare indenne anche questo circo moderno, e procedo verso la brianza.

I falsipiani (si chiamano così anche in discesa) mi rilassano un po’, ma devo dire che ormai anche le salite non sono più l’ostacolo maggiore. Neanche il sole, e il caldo, mi piegano più di tanto. Inizio a capire l’amore dei ciclisti per le giornate di solleone: in effetti pedalando, una leggera brezza rinfresca l’andatura. Forse l’ostacolo maggiore sono fame e sete, che cerco di placare con una barretta energetica e bevande saline o acqua, alternando.
Verso Cermenate arrivo ad un ponte, che i buoni brianzoli hanno arricchito con le più svariate indicazioni, tranne quella di inizio superstrada. Dato che l’unica direzione plausibile era dritto, dritto andai. Peccato che la strada inizi a scendere lentamente, per portarmi ad una superstrada in trincea, due carreggiate e due corsie per senso di marcia, senza più possibilità di uscirne!
Persino gli operai del cantiere mi avvertono (“ehi capo qui non puoi andare” ma detta in dialetto) che me ne devo fuggire, ma a meno di scavare una via di fuga attraverso la trincea, mi tocca andare avanti fino alla prossima uscita incrociando le dita. Devo dire che, nonostante il pericolo, farsi la superstrada in bici è un’esperienza figa, avevo raggiunto velocità notevoli, asfalto perfetto, e zero traffico (per fortuna).
Finalmente finisce la trincea, e scappo fuori da un’interruzione nel guard rail, per finire a Barlassina, dove riprendo la più adeguata statale.
La fame e i camion appostati davanti, mi impongono una tappa in una scrausissima pizzeria a bordo strada. Il pizzaiolo africano ribattezatosi Gino per favorire l’integrazione, non smentisce la fiducia che i molti camionisti gli hanno dato, e prepara una pizza che, saranno le 4 ore di pedalata, mi sembra ottima.
L’ultimo tratto di Nazionale dei Giovi scorre via stanca e assolata, ma piacevole. Il rientro a Milano mi attende, attraverso la Bovisa, le sue fontane, i parchi, e finalmente la doccia di casa.

Mi è piaciuto questo giro. Le gambe e il fiato hanno retto. L’esperienza è stata positiva, e da ripetere.
Uno dei motivi per cui ho voluto fare questo giro è che ritengo che il viaggio in sè sia importante, e non solo la meta, quindi non solo “alzarsi presto per arrivare prima, tirare in macchina”
Ma piuttosto assaporare gli odori e le sensazioni della strada, alla ricerca del passo, della pedalata che ti permette di goderti il paesaggio, e la vacanza, e il vento in faccia.
Se riuscirò, prossimamente mi piacerebbe organizzare qualche viaggio a tappe, magari in francia, o germania, con tenda e qualche attrezzatura da campeggio che mi permetta maggiore libertà di scelta dell’itinerario. L’ideale sarebbe distribuirsi il carico tra due o più persone. Lettore, sei invitato.
Cits

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
3 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt3/
4 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt4/