FILM: Take Me Home

Da non confondere con Take Me Home TONIGHT, quasi omonima pellicola, sempre 2011/2012.
Commedia romantica davvero carina. Non è certo un filmone introspettivo da oscar, ma neanche quelle cagatine sdolcinate che ci si può aspettare. Racconta di un viaggio. Un viaggio coast to coast da New York alla California che da un pretesto porta i due protagonisti a guardare dentro loro stessi e a fare i conti con le bugie personali, coi sogni e con gli incubi da cui si scappa. Non mi sembra la solita fiaba dei “sogni che si avverano”, ma più che altro un sobrio e meno bucolico modo di fare dei bilanci, di prendere delle scelte e di fare anche i conti con ciò che si ha e con ciò che si può ottenere. Non ci sono baci e mielosità né drammi sfigaroli. Il clima e morbido e ci mostra qualche angolo in cui forse ci si può riconoscere.
Consigliato.

FILM: Vallanzasca, gli angeli del male

Ancora una volta mi trovo a pensare come Placido sia migliore come regista che come attore.
È un film questo che ha fatto molto discutere, ma che trovo bello ed efficace. Molti lamentano il focalizzarsi troppo sul personaggio e poco sulla Milano dei tempi. Io dico che raccontare una Milano in tempi di una complessa fase di transizione criminale (ai tempi ancora ben lontani dalle truci spietatezze di oggi) avrebbe meritato spazi e tempi a sé, non lasciando spazio invece al protagonisti.
Molte critiche anche alla recitazione in “falso milanese” di Rossi Stuart che io invece non ho trovato poi così terribile. Tipico “milanese” dei tempi, con pronunce e accenti forse oggi ridicoli, ma tipiche dell’epoca, non sostituibili certo dai “bella raga tutto rego” di oggi.

Placido offre un ritratto del personaggio, nella sua crescita di un criminale “atipico (non certo innocente), sempre apparso in qualche modo simpatico e con una gran capacità di affascinare, più che di terrorizzare. Questo ha fatto storcere il naso a molti, ma non prendiamoci in giro, è d’altronde questo l’effetto che il “Bel René” aveva su molti, ai tempi.
C’è la volontà nel film di entrare nella sua testa, di cercare di capire i meccanismi che lo hanno accompagnato durante la sua carriera criminale. Interessanti quei lati sempre poco sottolineati, come quei feroci tentativi di evasione che lo portavano anche a seviziarsi (nel film non vengono citati episodi come l’auto iniettarsi di urina per contrarre l’epatite), o i rapporti a volte ingenui ed infantili, che tanto deludevano ma affascinavano le donne.

C’è anche il ritratto di una criminalità diversa da quella di oggi, ma vissuta in periodo di cambiamento. Criminalità che iniziava ad essere violenta e che iniziava a sporcarsi pesantemente con la droga. Non ci sono giustificazioni, ma non si può non notare come a volte il piacere materiale, economico o sessuale, ottenuto anche con gesti efferati, era comunque cosa lontana e “d’altri tempi” rispetto al non senso criminale dei giorni nostri, basato su gangster che spendono la propria vita nei bunker, a volte motivati forse solo dal semplice e patologico truce piacere della sofferenza altrui, più che di godimenti propri.

È un film che consiglio.

FILM: ACAB All Cops Are Bastards

Altro film italiano. Anche in questo caso ero prevenuto, ma devo dire che mi è piaciuto.
Ho iniziato a vederlo perché mi sono piaciuti 5 min di preview visti sul corriere, dove ho apprezzato il ritmo del film che scorre molto bene.

Non è certo un film pro-sbirri fascistoidi, né un’acida critica da barboncello drogato da centro sociale. Mi sembra un esercizio che tenta di metterci nei panni degli altri, in maniera anche scomoda a volte. Più volte durante il film può capitare che in mente nasca la domanda “eehhh mica facile… e tu cosa faresti in quella situazione?”.

Il film ci presenta le ignoranze di pensiero destrorse, le intolleranze e le ideologie. Non ce le nasconde ma non le giustifica. Cerca invece di porre uno sguardo a cosa accade dentro quei caschi, perché non è questione di ideologie giuste o sbagliate, ma vere e proprie realtà sociali con cui – ci piaccia o meno –  dobbiamo fare i conti, soprattutto quando scopriamo che di fronte non abbiamo dei “privilegiati”, anzi…
C’è sicuramente il senso di qualcosa che nelle istituzioni non funzioni, come non funziona quella parte di critica aprioristica superficiale che vede i “cattivi delle forze dell’ordine” come la causa di molti mali e non, invece, un effetto. È un esercizio mentale troppo grosso forse per le grandi masse, e non vale solo per i temi trattati nel film.

Il film ha un buon ritmo. Non si perde, scorre bene ed è ben recitato. Favino è grandioso, ma non è il solo ad essere entrato nella parte. Un po’ di retorichetta italica c’è comunque, ma tutto sommato lo reputo un buon film che merita di essere visto.

Pelaz.

FILM: A Good Old Fashioned Orgy

Film divertentissimo che parla di un gruppo di amici soliti a spendere le vacanze nella casa estiva del protagonista, tra feste casinare che hanno fatto la storia del gruppo. Il padre di tale pirla decide però di mettere in vendita la casa e per celebrare la “fine di un era” in modo epico, decidono di “chiudere” in bellezza con un orgia.
Tutto ciò porterà alla luce le insicurezze, le insoddisfazioni, le immaturità e qualche “nodo da sciogliere” presente nelle vite dei nostri improvvisati erotomani amatoriali.

Io l’ho trovato davvero divertente e ne consiglio la visione! ;)
Pelaz.

 

FILM: Margin Call

Trailer

Film CONSIGLIATISSIMO, che a me è piaciuto davvero molto. Parla di come una società di squali finanziari si ritrovi con un “piccolo problemino”. È la trasposizione in pellicola di crisi del tipo “Lehman Brothers”, ma non fatevi infinocchiare, non è tanto il lato tecnico che importa e che viene spiegato, anzi, al di là di qualche parolone il film non scende nel tecnicismo ma, ci mostra il mostruoso lato umano degli uomini che ad ogni livello, popolano palazzi di questo genere. Viene evidenziata la paura, il coraggio, la sfrontatezza, l’ingenuità e gli egoismi dei vari protagonisti di fronte a qualcosa che non solo può distruggere loro, ma può dar vita ad un mostro dalle conseguenze inimmaginabili.

Il Cast è pesantissimo e l’ho trovato fenomenale. Cito tra tutti: Kevin Spacey (FENOMENALE), Jeremy Irons, Demi Moore, Stanley Tucci, Zachary Quinto (dal seria Heroes) e Simon Baker (dal serial The Mentalist).
C’è una cosa che mi ha sconvolto moltissimo, soprattutto nel finale, ma non vorrei svelare troppe cose a chi di voi ancora non l’ha visto. Dico solo che il film, pur non essendo tratto direttamente da una storia vera, ci immerge in situazione dal realismo che fa paura.
Consigliatissimo!!!
Pelaz.

FILM: Drive


È un bel noir americano che ci presenta un ragazzo veloce al volante che lavora come stuntman, ma che non rifiuta qualche lavoretto sporco per tirare su un po’ di grana. Schivo, solitario e “duro”, ma non un ragazzo dall’anima macchiata e non a caso si ammorbidisce quando nel suo cammino incontra la sua vicina di casa. Sola col figlio, poiché il padre del ragazzino è in carcere. Il tutto poi porta ad incrociare eventi che toccano la criminalità, le amicizie e le compassioni per qualcuno che ritieni di dover difendere.

La pellicola scorre bene e non è affatto un film d’azione sparatutto e sciatto, tutt’altro. Le scene movimentate sono poche e girate con sapienza, dove il pathos viene privilegiato al fuoco.
Bel film. Consigliato.
Pelaz.

FILM: The Girl With The Dragon Tattoo


Thriller bellissimo, crudo e molto intenso che vi consiglio fortemente, ma certo NON in compagnia di bambini.
Il film ci porta in Svezia, dove un meticolosissimo giornalista d’inchiesta – reduce da una sconfitta legale – viene ingaggiato per porre luce ad un segreto che macchia da quarant’anni una famiglia del nord della Svezia. In suo aiuto c’è una giovane ragazza, hacker e investigatrice alle prese con profondi problemi personali.
Béh non voglio raccontare niente. Dico solo che a differenza di molti altri film recenti, qui finalmente la pellicola ci porta piacevolmente nella psicologia dei personaggi per nulla abbozzati e ce li fa gustare in tutte le loro caratterizzazioni e complessità. Splendido il viaggio che ci conduce in questa famiglia omertosa che metterà non poco i bastoni tra le ruote al nostro giornalista nel tentativo di nascondere le innumerevoli mostruosità di parenti non proprio raccomandabili.
Insomma, uno splendido giallo.  Un thriller forte ed intenso che suscita di certo sensazioni forti.
Consigliatissimo.
Pelaz.

 

FILM: Killer Elite

È un film che avevo atteso molto e che ritengo valga la pena vedere. Detto questo, anche in questo caso devo dire che mi aspettavo di più. Il film è ambientato negli anni ’80 ed è tratto da una storia vera. Parla di mercenari e del loro coinvolgimento in eventi riguardanti la SAS inglese e il petrolio dell’Oman, dietro ad aventi ancora oggi nascosti da Sua Maestà britannica. Il potenziale credo sia enorme, ma forse nel tentativo di mettere troppa carne al fuoco, ne è nato un minestrone che in alcune parti non convince granché. Non mi convince il buonismo morale di fondo del protagonista che fino a ieri era un mercenario di professione e tutto ad un tratto si risveglia bravo ragazzo per vocazione, come non mi convince la trama romantica di contorno. Raffazzonata e superficiale sembra essere giustificata solo dal tentativo di corredare con un tocco di rosa il tutto, manco fosse una spruzzata di prezzemolo su delle scaloppine al vino bianco.

La fotografia la trovo molto bella come apprezzo moltissimo gli attori. Anche in questo caso dai serial arriva molto. Ho trovato molti attori australiani dal serial “Underbelly” e un Dominic Purcell da “Prison Break” che affiancano poi i blasonatissimi Clive Owen, Robert De Niro, Jason Statham (che generalmente fa solo action movies del cazzo) e quel gran pezzo di patata rustica di Yvonne Strahovski (anch’essa da un serial. Vedi Chuck).

Ripeto: visto cosa c’era sul piatto mi aspettavo molto di più, ma è un film sicuramente migliore di molti altri che mi sento comunque di consigliarvi.
Pelaz.

FILM: This Means War

Pellicola che fonde una spy story ad una commedia romantica americana.
Film leggero e divertente, dove i due protagonisti, amici affiatati, finiscono per gareggiare nel contendersi una biondina che ricalca lo stereotipo della donna sicura nella vita professionale ma dalla vita sentimentale precaria. Il divertente è vedere come le due spie finiscono per utilizzare i sofisticati mezzi a loro disposizione per spiare non solo la biondina, ma il competitor di turno nei momenti di broccolaggio. Vivendo in tempi di i-phone, webcam e indirizzi IP, alcune scene riportano più che a delle spie a persone comuni che sbirciano il rivale tramite attualizzati “buchi della serratura”.
Tutto ciò è poi intercalato da qualche scena d’azione che ne scandisce il ritmo e correda la “action” trama di complemento.

Contando che la Spy Story è solo di fondo alla commedia, posso dire che proprio da questo punto di vista mi aspettavo di più e credevo fosse più divertente, ma tutto sommato è un film carino, leggero e senza pretese che si lascia vedere.
Pelaz.