…e vai di Painter!

Ho ripreso a colorare con Painter. Lo usai tempo fa per fare alcune prove ma con la tavoletta ho usato sempre e solo Photoshop.
Nella mia perenne ricerca di uno strumento che mi permetta sensibilità e morbidezza di tratto, unite alla possibilità di campiture sfumate (ma non leccate) in coprente sovrapposizione di toni chiari su quelli scuri, ho riaperto il famoso programma della Corel.
Dopo un approccio un po’ freddo, causato dalla poca intuitività del programma (diciamocelo… Photoshop è MOOOLTO più user friendly) ho iniziato a "testarlo" un po’ seriamente facendo varie prove.
Sono partito con un mio ritratto – forse un po’ leccato nel colore a gessetto – su cui ho lasciato sopra un tratto di riferimento (che ovviamente stona su colorature ricercate, ma utile in caso di layout) con il quale sono riuscito a trovare i giusti toni di carne.
Usando poi l’acrilico, ho eseguito il ritratto di un vecchio che ho trovato su internet (non so chi sia), iniziando ad ottenere le prime "soddisfazioni" pur essendo un po’ tropo pastelloso, come evidenziato dai maestri dello Studio Comix.
L’ultima prova ritrae il Maestro Enea. Risultato dinitoso visto il più complesso gioco di luci e – pur con tutte le riserve del caso – alcuni risultati iniziano ad arrivare. Da bravo "alfiere del tratto" sto lavorando su vari procedimenti lavorativi che possano concedermi di scolpire le forme col colore con la stesa facilità con cui riesco a farlo con le linee, seguendo soprattutto una coerenza tonale pur giocando con colori diversi. Sono prove veloci realizzate in una serata o in un pomeriggio scarso su cui c’è ancora molto da lavorare ma, qualcosa di buono credo di essere riuscito ad ottenerlo, pur avendo affrontato "strade nuove" un tempo ostiche.
Andiamo avanti…

 

 

 

diego e il painter

aggiungo questa immagine alle varie già postate da diego, e lo ringrazio ancora del (doppio) regalo

comunque manca una nuova immagine… vero diego?

 

Frankenstein Junior Show: gratis giovedì 23 ottobre al Cinema Mexico in via Savona

Dai! come per il Rocky Horror!

Io ci voglio troppo andare, non fatemi andare da solo!

 

 

 http://www.cineblog.it/post/13062/frankenstein-junior-esce-in-blu-ray-e-si-fa-festa-al-cinema-mexico-di-milano

 

 

 Il prossimo giovedì 23 ottobre, il Cinema Mexico ospiterà infatti il primo Frankenstein Junior Show (ad ingresso libero e gratuito sino ad esaurimento posti), ovvero la prima proiezione del film con audience participation (in puro stile Rocky Horror!) ovvero con l’interazione del pubblico presente, guidato da attori professionisti presenti in sala. All’ingresso tutti i partecipanti possono ritirare il proprio personale “kit” per indossare i panni di Igor, Inga, il Dottor Frankenstein, Frau Blucher, la Creatura ed Elizabeth e – impugnando il copione – partecipare attivamente alla proiezione del film.

Paolo e Luna sono tornati (x una settimana)

Un saluto agli scozzesi!

(che sono tornati con una novità …. stay tuned…. rimanete sintonizzati e saprete!)

sabato si esce x una birra al boccale, ci siete?

Hanno anche la scozzesissima birra IPA!

….

Altrochè birra!

la notizia è da champagne….

Complimenti e auguri x il futuro scozzesino!

WANTED

In vista di futuri incontri della gambara, nello specifico con presenza di donne, il distretto GambaraAlcoolica dell’interpol, in collaborazione con le forze di polizia d’oltreoceano, ci ha inviato questa circolare che pubblichiamo immediatamente in vista delle nuove normative atte a tutelare i suddetti incontri da presenze moleste.
La direzione.

Visto che domani è la fine del mondo…

Ci tenevo a salutare tutti come si deve 😀
C’è un immagine che fa molto fear cmq:
http://img395.imageshack.us/img395/4527/1220389332912dk0.jpg
Cazzo, è Gordon Freeman. E voi sapete tutti cos’è successo in Half Life O_O
Avete mica un link per vedere in streaming il megaton?

cits bike tour, giorno 4, Ossuccio Corsico, 82 Km

Giovedì 31 Luglio 2008
percorso: http://tinyurl.com/viaggiog4

L’ultima tappa è la più lunga. Ormai le giunture sono allenate alle ore in sella, le gambe non temono più le salite, sanno che piano, ma si sale. I rumori e i dolori della bici mi sono noti, so quando posso sforzare, e quando invece rischio di spaccare o far saltare la catena. Comunque rimane sempre l’alternativa di prendere il treno, e finire comodamente il viaggio aggirando le ultime sudate.
Parto presto la mattina, dopo essermi alzato con Bets & family e aver fatto colazione con loro (grazie ancora!).
La statale Regina è un vero disastro di traffico, molti gli autobus che si incrociano e che creano intoppi quasi insuperabili anche in bici, ma la vecchia e decisamente meno trafficata “vecchia Regina” mi aspetta, per regalarmi un fantastico panorama del lago.
Devio prima della prima galleria verso il basso, e arrivo sul lungolago. La vista e il traffico decisamente migliorano. Si alternano splendide ville con giardini profumati di pini e fiori, ponti che scavalcano la strada per raccordare le due ale delle immense ville, gettonate da miliardari e star di hollywood. A proposito, Laglio: mi colpisce per la sua sobrietà, poche vie, qualche negozietto, ma niente di turistico, molto ordinato e pulito.
Il lago scorre piacevole, curva dopo curva, salita dopo discesa, e in poco tempo finisce: peccato, avrei fatto volentieri un’altra mezza giornata su queste sponde, piuttosto che cacciarmi nella calura e nel traffico di Como.
Ecco, arrivando a Como capisco che i guidatori comaschi non ci tengono molto alla vita del prossimo: il passaggio attraverso la città mi conduce verso la salitona in zona Camerlata. Questo è stato il momento in cui ho avuto più paura di finire arrotato dalle auto, che mi sfioravano con un’incredibile confidenza il braccio sinistro.
Il diavoletto tentatore allora, dalla spalla, mi suggerisce di prendere il treno ed evitarmi altre paturnie. La stazione è alla mia destra, potrei salire sul treno e tornare indenne a Milano. Ma ormai la forza di volontà è forgiata, l’esperienza va completata col ritorno a casa, il momento più temuto e desiderato di ogni viaggio. Il diavoletto svanisce nella sua zaffata di zolfo, per l’occasione esalata da un camion (direttiva UE euro meno 100) che millimetricamente mi riporta alla realtà.
Incredibilmente riesco a passare indenne anche questo circo moderno, e procedo verso la brianza.

I falsipiani (si chiamano così anche in discesa) mi rilassano un po’, ma devo dire che ormai anche le salite non sono più l’ostacolo maggiore. Neanche il sole, e il caldo, mi piegano più di tanto. Inizio a capire l’amore dei ciclisti per le giornate di solleone: in effetti pedalando, una leggera brezza rinfresca l’andatura. Forse l’ostacolo maggiore sono fame e sete, che cerco di placare con una barretta energetica e bevande saline o acqua, alternando.
Verso Cermenate arrivo ad un ponte, che i buoni brianzoli hanno arricchito con le più svariate indicazioni, tranne quella di inizio superstrada. Dato che l’unica direzione plausibile era dritto, dritto andai. Peccato che la strada inizi a scendere lentamente, per portarmi ad una superstrada in trincea, due carreggiate e due corsie per senso di marcia, senza più possibilità di uscirne!
Persino gli operai del cantiere mi avvertono (“ehi capo qui non puoi andare” ma detta in dialetto) che me ne devo fuggire, ma a meno di scavare una via di fuga attraverso la trincea, mi tocca andare avanti fino alla prossima uscita incrociando le dita. Devo dire che, nonostante il pericolo, farsi la superstrada in bici è un’esperienza figa, avevo raggiunto velocità notevoli, asfalto perfetto, e zero traffico (per fortuna).
Finalmente finisce la trincea, e scappo fuori da un’interruzione nel guard rail, per finire a Barlassina, dove riprendo la più adeguata statale.
La fame e i camion appostati davanti, mi impongono una tappa in una scrausissima pizzeria a bordo strada. Il pizzaiolo africano ribattezatosi Gino per favorire l’integrazione, non smentisce la fiducia che i molti camionisti gli hanno dato, e prepara una pizza che, saranno le 4 ore di pedalata, mi sembra ottima.
L’ultimo tratto di Nazionale dei Giovi scorre via stanca e assolata, ma piacevole. Il rientro a Milano mi attende, attraverso la Bovisa, le sue fontane, i parchi, e finalmente la doccia di casa.

Mi è piaciuto questo giro. Le gambe e il fiato hanno retto. L’esperienza è stata positiva, e da ripetere.
Uno dei motivi per cui ho voluto fare questo giro è che ritengo che il viaggio in sè sia importante, e non solo la meta, quindi non solo “alzarsi presto per arrivare prima, tirare in macchina”
Ma piuttosto assaporare gli odori e le sensazioni della strada, alla ricerca del passo, della pedalata che ti permette di goderti il paesaggio, e la vacanza, e il vento in faccia.
Se riuscirò, prossimamente mi piacerebbe organizzare qualche viaggio a tappe, magari in francia, o germania, con tenda e qualche attrezzatura da campeggio che mi permetta maggiore libertà di scelta dell’itinerario. L’ideale sarebbe distribuirsi il carico tra due o più persone. Lettore, sei invitato.
Cits

tutte le tappe:
1 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt1/
2 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt2/
3 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt3/
4 https://www.gambaraalcoolica.it/wp/2008/09/03/cbt4/