Donne al volante.

Giuro è vera… giuro l’ho vista sin dall’ingresso in vigevanese. Da lontano mi chiedevo “cristo ma in un PARCHEGGIO, proprio qui si doveva fermare?”. Percorrendo la corsia d’ingresso, oltre alle “quattro frecce” ho notato anche il triangolo d’emergenza. Ho pensato ad un cambio di ruota ed invece…
Il gradino di cemento sarà alto circa 35/40 cm. Non so come, ma è riuscita a mettercisi a cavalcioni, con le ruote di destra sospese per aria. Ci sono anche le frecce ben disegnate al suolo, eppure…
Dopo uno scuotimento di testa sono sceso nel parcheggio sotterraneo, ma ancora mi chiedevo come fosse ruscitA in un qualcosa di simile (A maiuscola, la manovra e lo spongebob a ventose sul vetro erano la chiara firma di una donna, ne ero SICURO). Non ho resistito. Sono riuscito dal parcheggio sotterraneo e ho rifatto il giro per fotografare il tutto. Sono uscito dalla macchina e sono andato a fotografare col cell., mentre una voce da dietro è insorta con: “perché… non ci credi?”. Mi giro e vedo una donna, apparentemente trentacinquenne, a cui dico: “no, sa… è che se lo racconto, non mi credono!”. Lei ribatte con: “Bèh comunque sono stata io”. Per gentilezza ho evitato il “signora ci avrei fatto i c…” ma ho preferito un “mi fa l’autografo?”.
Mi ha risposto piegando la testa di lato e sorridendo, con un espressione a metà tra il “mavaffanculo” e il “d’altronde non posso negarlo”.
Sono entrato all’Auchan e per prima cosa sono andato dall’ottico. Non ho resistito… ho fatto vedere all’ottico la foto!!!
Diego.

 

 

 

 

Super-Cuarx: La migrazione delle culoidi

Le culoidi sono tra le razze animali più comuni sul nostro stivale, con una presenza massiccia soprattutto nelle periferie proletarie delle grandi conurbazioni metropolitane. Sono facilmente riconoscibili, anche in giovanissima età, per le generose forme fisiche strizzate da elastici indumenti sportivi, decorati da forti contrasti cromatici che spaziano dal nero a sgargianti colori quali il fuxia e il giallo fluorescente. Alcune di loro, dotate di arti inferiori simili a quelli dei pianoforti, esibiscono con disinvoltura indumenti a rete con “effetto insaccato” che ne valorizzano le già opime forme generali, mentre altre – in un tentativo forse di mimetizzazione difensiva – mutano a tal punto i propri comparti corporei, sino a creare un unica linea di contorno senza soluzione di continuità che ne nasconde strategicamente il punto vita.

Le culoidi si spostano in branco con movenze simili a quelle di bradipi sotto metadone, comunicando tra di loro tramite goffi gesti corporei e suoni gutturali, a causa della loro genetica incapacità nel saper distinguere quelle che sono le consonanti dalle vocali. Il tono di voce è generalmente alto, nel tentativo eterno di attirare attenzione, ma piò mutare improvvisamente in un sordo zabettamento biascicale, in caso si incontri un esemplare maschio o nel caso si attivino tattiche di guerriglia contro esemplari femmine di tribù avversarie.

Le culoidi sono particolarmente attente ad evitare carenze di cibo, soprattutto nei confronti dei cuccioli che anche in giovane età presentano precocemente abbondanti riserve alimentari per l’inverno. Non è raro vederle grufolare snack o cibi di quart’ordine a qualsiasi ora del giorno, anche in movimento.

In periodo estivo, le culoidi danno il via a fenomeni migratori chiamati “cazzeggi” che in afose giornate di luglio e agosto le portano a spostarsi in branco verso grandi agglomerati commerciali. Disposte tatticamente in orizzontale, sono efficaci nell’occupare l’intera corsia tramite una formazione “a rete” che consente loro un funzionale controllo del territorio

Dopo ore di appostamento e studi d’osservazione, gli studiosi hanno potuto risalire a cinque di quelli che si ritengono i più significativi fattori scatenanti di tale migrazione.
A – l’attrazione verso luoghi climatizzati.
B – il non avere un cazzo da fare durante il giorno.
C – l’incondizionata attrattiva verso beni di consumo totalmente inutili.
D – la facile reperibilità di insani alimenti a loro graditi.
E – il tentativo di attrarre un esemplare maschio della loro specie tramite vistose e folcloristiche tecniche tribali.

In alcuni casi, le culoidi possono essere accompagnate da un capobranco, anche se è più facile vederle pascolare alla ricerca di un maschio alternativo che ne faccia le veci.
Nel caso si noti la presenza di un maschio che in risposta ai richiami femminili, emetta il tipico rantolo a metà tra un rutto ed un singhiozzo, gli studiosi consigliano di non disturbare la specie, in quanto è molto probabile che un corteggiamento sia atto.

Diego.

FILM: Take Me Home

Da non confondere con Take Me Home TONIGHT, quasi omonima pellicola, sempre 2011/2012.
Commedia romantica davvero carina. Non è certo un filmone introspettivo da oscar, ma neanche quelle cagatine sdolcinate che ci si può aspettare. Racconta di un viaggio. Un viaggio coast to coast da New York alla California che da un pretesto porta i due protagonisti a guardare dentro loro stessi e a fare i conti con le bugie personali, coi sogni e con gli incubi da cui si scappa. Non mi sembra la solita fiaba dei “sogni che si avverano”, ma più che altro un sobrio e meno bucolico modo di fare dei bilanci, di prendere delle scelte e di fare anche i conti con ciò che si ha e con ciò che si può ottenere. Non ci sono baci e mielosità né drammi sfigaroli. Il clima e morbido e ci mostra qualche angolo in cui forse ci si può riconoscere.
Consigliato.

FILM: Vallanzasca, gli angeli del male

Ancora una volta mi trovo a pensare come Placido sia migliore come regista che come attore.
È un film questo che ha fatto molto discutere, ma che trovo bello ed efficace. Molti lamentano il focalizzarsi troppo sul personaggio e poco sulla Milano dei tempi. Io dico che raccontare una Milano in tempi di una complessa fase di transizione criminale (ai tempi ancora ben lontani dalle truci spietatezze di oggi) avrebbe meritato spazi e tempi a sé, non lasciando spazio invece al protagonisti.
Molte critiche anche alla recitazione in “falso milanese” di Rossi Stuart che io invece non ho trovato poi così terribile. Tipico “milanese” dei tempi, con pronunce e accenti forse oggi ridicoli, ma tipiche dell’epoca, non sostituibili certo dai “bella raga tutto rego” di oggi.

Placido offre un ritratto del personaggio, nella sua crescita di un criminale “atipico (non certo innocente), sempre apparso in qualche modo simpatico e con una gran capacità di affascinare, più che di terrorizzare. Questo ha fatto storcere il naso a molti, ma non prendiamoci in giro, è d’altronde questo l’effetto che il “Bel René” aveva su molti, ai tempi.
C’è la volontà nel film di entrare nella sua testa, di cercare di capire i meccanismi che lo hanno accompagnato durante la sua carriera criminale. Interessanti quei lati sempre poco sottolineati, come quei feroci tentativi di evasione che lo portavano anche a seviziarsi (nel film non vengono citati episodi come l’auto iniettarsi di urina per contrarre l’epatite), o i rapporti a volte ingenui ed infantili, che tanto deludevano ma affascinavano le donne.

C’è anche il ritratto di una criminalità diversa da quella di oggi, ma vissuta in periodo di cambiamento. Criminalità che iniziava ad essere violenta e che iniziava a sporcarsi pesantemente con la droga. Non ci sono giustificazioni, ma non si può non notare come a volte il piacere materiale, economico o sessuale, ottenuto anche con gesti efferati, era comunque cosa lontana e “d’altri tempi” rispetto al non senso criminale dei giorni nostri, basato su gangster che spendono la propria vita nei bunker, a volte motivati forse solo dal semplice e patologico truce piacere della sofferenza altrui, più che di godimenti propri.

È un film che consiglio.

FILM: ACAB All Cops Are Bastards

Altro film italiano. Anche in questo caso ero prevenuto, ma devo dire che mi è piaciuto.
Ho iniziato a vederlo perché mi sono piaciuti 5 min di preview visti sul corriere, dove ho apprezzato il ritmo del film che scorre molto bene.

Non è certo un film pro-sbirri fascistoidi, né un’acida critica da barboncello drogato da centro sociale. Mi sembra un esercizio che tenta di metterci nei panni degli altri, in maniera anche scomoda a volte. Più volte durante il film può capitare che in mente nasca la domanda “eehhh mica facile… e tu cosa faresti in quella situazione?”.

Il film ci presenta le ignoranze di pensiero destrorse, le intolleranze e le ideologie. Non ce le nasconde ma non le giustifica. Cerca invece di porre uno sguardo a cosa accade dentro quei caschi, perché non è questione di ideologie giuste o sbagliate, ma vere e proprie realtà sociali con cui – ci piaccia o meno –  dobbiamo fare i conti, soprattutto quando scopriamo che di fronte non abbiamo dei “privilegiati”, anzi…
C’è sicuramente il senso di qualcosa che nelle istituzioni non funzioni, come non funziona quella parte di critica aprioristica superficiale che vede i “cattivi delle forze dell’ordine” come la causa di molti mali e non, invece, un effetto. È un esercizio mentale troppo grosso forse per le grandi masse, e non vale solo per i temi trattati nel film.

Il film ha un buon ritmo. Non si perde, scorre bene ed è ben recitato. Favino è grandioso, ma non è il solo ad essere entrato nella parte. Un po’ di retorichetta italica c’è comunque, ma tutto sommato lo reputo un buon film che merita di essere visto.

Pelaz.

FILM: A Good Old Fashioned Orgy

Film divertentissimo che parla di un gruppo di amici soliti a spendere le vacanze nella casa estiva del protagonista, tra feste casinare che hanno fatto la storia del gruppo. Il padre di tale pirla decide però di mettere in vendita la casa e per celebrare la “fine di un era” in modo epico, decidono di “chiudere” in bellezza con un orgia.
Tutto ciò porterà alla luce le insicurezze, le insoddisfazioni, le immaturità e qualche “nodo da sciogliere” presente nelle vite dei nostri improvvisati erotomani amatoriali.

Io l’ho trovato davvero divertente e ne consiglio la visione! ;)
Pelaz.

 

Temporary internet files, and the winner is…

L’altro giorno ho pulito il pc ad una sciura… 10 GB di temp ed internet files. Pensavo avesse vinto ed invece, domenica sono andato a casa di Caccia: 30 GB! Mi son detto “no no, ha vinto lui”.
Oggi pomeriggio pulisco il pc dell’ufficio di un altro mio amico…

Oltre a quelli sopra citati, c’è un’altra manciata di Giga di dati prefetch, files shadow e registri obsoleti. In totale si sono superati gli 80 GB!!! Un record!

P.S. il suo pc era letteralmente inchiodato perché il disco C: era completamente pieno! 160GB di hd.